Candidati all’ Organo di Controllo 2024-28

Luisa Di Stefano

Mi hanno chiesto una breve autobiografia; sembrava facile, invece è un vero problema.

Va bene, cominciamo:

nome   Luisa Di Stefano

eta’ : 70 anni

residenza: Bari

genitori: Domenico Di Stefano (pugliese) e Amelia Resaz ( fiumana)

studi: maturità scientifica e magistrale

esperienza di lavoro: Funzionario dell’Agenzia delle entrate

Un po’ troppo succinto, vero?

Spieghiamo meglio. Fin quando la mia mamma, Amelia Resaz, era con noi, il mio compito era quello di autista, accompagnatrice nelle trasferte, portaborse e consigliera nelle relazioni che scriveva per gli incontri del Giorno del Ricordo.

Ma dal giorno in cui il destino ha deciso di farla restare a Fiume per sempre, Il giorno di san Vito del 2019, il testimone della fiumanità è passato a me.

I miei fratelli, oberati di lavoro, non avevano tempo e forse non conoscevano bene il problema dei confini orientali. Io, invece, nelle lunghe giornate passate con mamma negli ospedali, avevo ascoltato i suoi racconti sulla sua vita a Fiume e della lunga trafila dell’esodo della sua famiglia.

Ho cominciato anch’io a parlare nelle scuole per la ricorrenza del10 febbraio, spesso da sola, perché esuli di prima o seconda generazione a Bari sono pochi; poi ho stretto legami con gli amici del Villaggio Trieste, quartiere di periferia dove vivono profughi di Fiume, dell’Istria, della Grecia e delle isole ex-italiane.

Negli incontri con gli studenti, mi sono stati utili gli studi di storia fatti all’università, anche se per lavoro ho fatto tutt’altro: la scuola mi offriva solo supplenze ed allora ho fatto tutti i concorsi possibili, fino a vincere quello nel Ministero delle Finanze. Non era proprio il mio campo…

 Ci soffrivo a fare verifiche ed accertamenti ed appena mi è stata data la possibilità sono passata all’assistenza ed alla comunicazione con i contribuenti.

Era un lavoro molto gratificante e credo di averlo svolto bene, visti gli encomi ricevuti e soprattutto i ringraziamenti del pubblico; ora che sono in pensione da tre anni, non passa settimana senza che qualcuno mi chieda ancora consiglio per dichiarazioni, irregolarità e procedure varie. Diciamo che io ho lasciato il lavoro, ma il lavoro non lascia me.

Non ho certo tempo di annoiarmi, tra pratiche, studio e riunioni del mio gruppo di volontariato, ed è giusto così, è l’unico sistema per mantenere il cervello attivo.

 Come diceva mamma: bisogna avere un bell’obiettivo tutti i giorni, per svegliarsi contento.

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