Andrea Ossoinack


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Note biografiche

Industriale e politico, è nato a Fiume nel 1876, figlio dell'industriale fiumano Luigi Ossoinack. Dopo aver compiuto gli studi medi inferiori nella sua città natale, ha frequentato l'Accademia di Commercio a Bratislava e in seguito l'Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera.

Difensore dell'autonomia fiumana in seno all'Austria-Ungheria ma in opposizione al suo concittadino Riccardo Zanella, ha aderito alla Lega autonoma, diventando nel 1916 membro non eletto alla Dieta dell'Ungheria a Budapest. Alla fine della Prima guerra mondiale, proponeva per la sua città il diritto all'autodeterminazione e il 30 ottobre 1918 fondava un "Consiglio Nazionale Italiano" presieduto da Antonio Grossich per reclamare l'annessione di Fiume all'Italia contrapponendosi così ad un "Consiglio Nazionale Croato" che chiedeva l'annessione della città al neocostituito Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.

Nel 1919 ha partecipato come membro fiumano alla Conferenza di pace di Parigi e il 3 marzo dello stesso anno è stato nominato "Rappresentante di Fiume" alla conferenza di pace come "ultimo deputato fiumano al parlamento ungherese". Durante la conferenza di pace ha scritto un memorandum scagliandosi contro la politica degli Asburgo del divide et impera. Il suo memorandum e il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti il 4 aprile 1919 il giorno dopo l'incontro con David Lloyd George, Vittorio Emanuele Orlando e Georges Clemenceau non hanno poi ottenuto l'annessione all'Italia di Fiume, continuando invece a prevalere la posizione di Wilson.

Nello stesso anno ha aderito alla Reggenza italiana del Carnaro di Gabriele D'Annunzio che si è poi chiusa nel 1920 con il Natale di sangue. Era contrario allo Stato libero di Fiume guidato dal suo avversario politico e autonomista Riccardo Zanella, continuando a proporre l'annessione della città all'Italia come porto franco.

Dopo l'annessione della città all'Italia nel 1924 in seguito al Trattato di Roma, si è ritirato dalla vita politica avviando l'attività di industriale prima a Fiume e poi in Lussemburgo. È tornato a Fiume nel 1939, rimanendoci fino a poco dopo l'occupazione jugoslava del 1945, e ha poi deciso di trasferirsi a Venezia, risultando un membro molto attivo tra gli esuli giuliani. Negli ultimi anni di vita si era trasferito a Merano, dove è morto nel 1965. In questi ultimi anni ha redatto “Atto d’accusa” (Monciatti ed., Trieste, 1960) in cui ha raccolto i documenti della sua ultima attività politica.



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